FAVOLA DI EGIDIO: IL REGALO DEL RAJA INDIANO

strega vestita

 

 

(racconto di tipo verde)

tempo teorico dedicato per la lettura 20 minuti..

FAVOLA DI EGIDIO PER MAMME E BAMBINI

IL REGALO DEL RAJA INDIANO

INTRODUZIONE: Una strega ebbe in regalo per se da un Raja indiano una gallina dalle uova di oro…ma qualcuno era invidioso di lei….e pensò di rubargliela….

Favola: Il regalo del Raja indiano

Inizio

C’era una volta, nel mondo delle favole, una strega di nome Guglielmina Morosina

La strega Morosina in quei giorni, tornava da un lungo viaggio intorno al mondo a cavallo di una scopa magica, tornava tutta contenta nella sua casetta nel bosco….

La strega era stata nella selvaggia e lussureggiante India, alla superba corte di un Raja molto ricco, che aveva chiesto il suo aiuto, il Raja governava una grande parte della regione asiatica…

Dovete sapere che in cambio dei filtri d’amore e di qualche elisir creati dalla strega Morosina, con cui la strega aveva risolto i molti problemi sentimentali che aveva il Raja indiano, la strega Morosina ebbe in regalo dallo stesso Raja, una cosa che la avrebbe fatta diventare molto ricca.

Il Raja disse alla strega con sua molta gratitudine: “io sono già molto ricco, e voglio donare a te amica strega, la causa della mia ricchezza, ti regalerò la mia gallina dalle uova di oro, ogni mattina questa gallina magica fa un uovo d’oro nel suo nido, lo venderai e diventerai ricca anche tu amica mia…”

Tutta felice la strega Morosina tornò volando sulla sua scopa magica, nella sua casetta nel bosco, dove costruì subito un pollaio e mise la gallina magica al suo interno.

Giorno dopo giorno, la gallina dalle uova di oro, faceva le uova nel nido e la strega ogni settimana andava al mercato dove lavorava un amico bancario ed a lui vendeva tutte le uova ottenute, ed aveva in cambio delle monete di oro, che la strega raccoglieva in un forziere…il bancario fondeva in un crogiolo le uova d’oro e aiutandosi con uno stampo a forma di moneta, otteneva altre monete…

Fu così che tutti nel paese seppero di quanto fosse fortunata la strega Morosina, poichè aveva molte monete d’oro, dovete sapere che fra quelli che capirono quanto fosse fortunata la strega, ci fu anche un soldato di nome Antonio, che per il motivo che la guerra era finita, era rimasto senza lavoro e senza soldi, eh si! era proprio povero..costui provava invidia per quella strega…

Il soldato Antonio decise che non era giusto che quella strega tutta sola nel bosco avesse una cosi grande ricchezza, mentre lui era sempre povero, lui un soldato che aveva anche rischiato la vita per il suo paese…era questa un ingiustizia…fu così che il soldato Antonio decise di rubare la gallina dalle uova di oro alla strega.

Durante la notte mentre la strega Morosina dormiva, Antonio si avvicinò alla sua casa nel bosco, entro nel pollaio e si impossessò subito della gallina magica, la mise in un sacco e subito sali in groppa al suo cavallo nero e via se ne scappò al galoppo per il bosco…

La strega sentì dei rumori provenire dall’esterno della casa e capì tutto poiché era telepatica ed intuitiva, e così salì sulla scopa magica e si mise all’inseguimento del soldato Antonio..guidata dal suo istinto di strega..

Il cavallo nero del soldato era veloce, ma la strega sulla sua scopa magica anche…per ore si inseguirono nel bosco..finché il bosco terminò…e cominciò la irta montagna.

Dovete sapere che era notte fonda ed il soldato Antonio per il molto buio, perse la strada e il suo cavallo trovò, per sua sfortuna, la sua corsa interrotta da un grosso baratro…il cavallo smise di correre e si imbizzarì all’improvviso per non cadere nel burrone.

Sopraggiunse in quel momento sulla sua scopa magica la strega Morosina..che disse:

“sei in trappola soldato..volevi la mia gallina..la volevi tanto vero?…sappi che ora io ti trasformerò nel suo compagno naturale..si! ti trasformerò per punirti in un gallo…così impari a rubarmela..e la strega formulò le parole magiche:

“calde stelle e fredda luna, mentre nella notte con la scopa io ballo

trasformate questo soldato in un vero gallo!”

dalla mano della strega si vide uscire un raggio di luce verde, che colpì il soldato Antonio, che divenne più piccolo di quanto era e subito si trasformò in un vero gallo..e si mise a fare chicchirichi…chicchirichi

Il cavallo nero del soldato vedendo il suo padrone trasformato in un gallo urlante, si spaventò tantissimo e fuggì via al galoppo, e nessuno lo vide mai più…c’è chi dice che stia ancora correndo per il bosco in preda allo spavento…

La strega Morosina prese il gallo e prese anche la gallina in braccio, se li mise in un sacco sulle spalle e tornò volando sulla sua veloce scopa magica, tornò nel bosco, tornò al suo pollaio vicino alla sua casetta.

Fu così che qui finisce la storia del soldato Antonio, che per la colpa del vizio di rubare le galline di altri, diventò un vero gallo per opera di una magia…e visse per sempre in un pollaio…tra le galline…

Passarono gli anni e le uova della gallina magica diventarono numerose e con esse anche le monete di oro che ne ricavava la strega con la loro vendita…esse furono tante.

La strega diventata ricca, poté così pagare la costruzione di un palazzo molto elegante degno di una donna nobile ..

La strega Guglielmina Morosina prima lo descrisse ai muratori e poi lo fece costruire, il suo palazzo fu costruito proprio nel centro del paese, e da quel giorno la gente di quel paese non chiamò più “strega Morosina” quella donna sconosciuta…ma la chiamò invece “Principessa Morosina”, a causa del bel palazzo di cui era diventata proprietaria e anche per i bei vestiti che lei indossava quando camminava per le strade del paese…

E la strega Morosina visse felice e contenta..e dovete sapere che anche la gallina dalle uova d’oro visse felice, poichè aveva per compagno un simpatico gallo che faceva chicchirichi…chicchirichi…e noi sappiamo come quel gallo arrivò nel suo pollaio…

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano Settembre 2016)

Giudizio: divertente, rilassante

voto (da 5 a 10): 9

FAVOLA DI EGIDIO: L’ELFO ALIDIFUCO

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(racconto di tipo verde)

FAVOLE DI EGIDIO..

L’ELFO ALIDIFUCO..

INTRODUZIONENel mondo delle favole viveva il popolo degli elfi dei fiori…ma attenti alla strega..che li vuole catturare per usarli come ingredienti per le sue pozioni magiche..

INIZIO

Favola: l’elfo Alidifuco

 C’era una volta, nel mondo delle favole, un bosco incantato, dove vivevano fate e folletti  e si! Il bosco era abitato anche da  un popolo numeroso di elfi…

Essi erano piccoli esseri di forma umana, volavano di fiore in fiore, utilizzando le ali di ape o di farfalla…che avevano sulla schiena..

Gli elfi dei fiori hanno il compito di servire la primavera, hanno il compito di far fiorire i fiori e trasformare successivamente i  fiori in dolci frutti prelibati.

Questa è la storia di un elfo dal nome Alidifuco..anche lui era un elfo con in testa un buffo berretto, ai lati della testa due orecchie a punta e sulla schiena le ali come quelle di un ape.

Era di pomeriggio, quel giorno, ed un gruppo di elfi giocava tra i fiori a rincorrersi in un momento di svago..

Alidifuco si divertiva a volare nel bosco seguito dai suoi amici elfi che si chiamavano:  Bombeo, Fusillo ed Alidivespa.

Il loro girovagare spensierato e per il gioco frenetico che li faceva volare a casaccio, li portò pian piano nel bosco buio…ed i quattro elfi videro da lontano una casa..una casa di legno tutta ricoperta di edera rampicante…

Era la casa della strega Nera..una strega che faceva incantesimi e pozioni magiche a pagamento per gli umani..

Ma i quattro elfi erano ignari che abitava una strega in quella casa e si avvicinarono..

Incuriosito Alidifuco decise di dirigere il loro inseguirsi volando verso quella casa nascosta nel bosco, essa sembrava un buon luogo per giocare..e tutti i suoi amici elfi lo seguirono ignari..

Dovete sapere che molte streghe usavano per i loro intrugli e filtri magici…le piccole ali di elfo ..strappandole dalla schiena degli elfi veri..quindi era un gioco pericoloso quello che stavano facendo i nostri amici..

Alidifuco per la troppa curiosità decise di entrare nella casa ed di conseguenza tutti lo seguirono… era lui il capo…

“Laggiù c’è una finestrella aperta!” disse Alidifuco

I quattro elfi entrarono da quella piccola finestra, resi contenti dalla suggestione del mistero e cominciarono a volare tra i mobili, tra le sedie e attraverso un armadio dove erano custoditi molti  vasi di vetro..erano i vasi con all’interno le pozioni magiche della strega Nera…questo era il suo nome…

Ma dopo avere giocato a rincorrersi per tutta la casa per molto tempo..si sentì all’improvviso  provenire dal corridoio il rumore di una porta aprirsi.. la strega Nera era tornata dal raccogliere erbe per il bosco..

”presto bisogna scappare!” disse Alidifuco avendo visto una figura vestita di nero ee avendo capito così che ci abitava un strega in quella casa..

La strega Nera entrò..e subito senti l’odore degli elfi..” Cosa è questo profumo di miele…Belfi Gelfi..sento odore di piccoli elfi! Presto li catturerò!” disse la strega parlando ad alta voce…

Ecco arrivare la strega Nera con un retino acchiappa-farfalle per catturare i piccoli elfi impauriti..che si misero a volare disordinatamente per la casa poiché spaventati..

Gli elfi avvertivano la energia negativa che avvolgeva la strega..essa limitava i loro poteri, poiché gli elfi erano posseduti solo da energia magica positiva..

Tutti scapparono mentre la strega li rincorreva per la casa. “Non dovevate entrare nella mia casa..piccoli stupidi…e con un colpo di retino la strega ne catturò tre…e li mise subito in un grande vaso di vetro per non farli fuggire..erano prigionieri..

“Piccoli elfi… belli pasciuti..vi userò per le mie pozioni magiche!” disse la strega Nera..

Alidifuco si ricordò dove si trovava la finestrella aperta e subito si diresse in quel punto e fuggì all’esterno della casa passando da essa… era in salvo..

Ma soltanto Alidifuco era riuscito a fuggire… gli altri elfi erano stati catturati dalla strega.. che voleva usarli per le sue magie…

Alidifuco divenne triste quando si accorse che i suoi amici non erano con lui…essi erano stati messi dalla strega in un vaso di vetro trasparente e posti nell’armadio ..si sentiva in colpa per loro ..ora i suoi amici correvano un pericolo mortale..e purtroppo era stato lui che aveva deciso e convinto i suoi amici ad entrare in quella casa..

Era sua la colpa!

se ora i suoi amici elfi sarebbero diventati poltiglia e melassa per rendere magiche le pozioni della strega..

Come fare a liberarli? “ si mise a pensare il nostro l’elfo.

Capì che non poteva fare tutto da solo contro quella strega..

Decise quindi di chiedere aiuto a qualcun’altro, ad esempio ai grandi troll del bosco..

Essi erano giganteschi mostri molto muscolosi armati di grosse clave..di certo avrebbero vinto le magie della strega Nera…

Si  mise a volare verso la terra dei troll..e poco dopo ne incontrò uno  e chiese a lui: “ Gli elfi ed i troll sono creature magiche… quindi sono amici..tre miei amici elfi sono stati catturati da una strega che vive nel bosco..ti chiedo se per favore mi aiuti a liberarli tu che sei forte.”

“Io chiamerò volentieri  i miei amici troll..e poi tutti insieme ti potremmo aiutare… ma tu ci devi fare un favore in cambio…”..disse il troll

“E cosa volete in cambio?” chiese Alidifuco..

“Vogliamo tutto il miele che il tuo popolo di elfi custodisce nell’albero del sole..a noi piace il miele e lo vogliamo …” rispose il troll.

“Come fare?” pensò Alidifuco.. solo la regina degli elfi poteva dare il permesso di attingere dalle  scorte di miele dell’albero del sole, il miele era il principale  nutrimento di tutto il popolo degli elfi dei fiori durante l’inverno”.

Ma bisognava fare presto..e così Alidifuco volò all’albero magico dove abitava la regina degli elfi per chieder il suo aiuto..

Lo raggiunse e parlò alla regina…

La regina degli elfi senti tutto il racconto e si impietosi per la sorte dei tre piccoli sudditi..e promise suo malgrado che avrebbe dato tutto il miele ai troll.. se questi però aiutavano Alidifuco..

I troll furono informati della promessa..

Giunsero in tre i troll.. nei pressi della casa del bosco..era ormai diventata sera..

Armati di clava distrussero il tetto della casa e con calci pugni distrussero anche le pareti..la strega spaventata dai troll scappò impaurita nel bosco.. tre giganteschi troll erano troppo anche per lei…

La casa della strega fu distrutta..e anche il grande armadio con il vaso di vetro..con un colpo di clava il vetro fu rotto  ed i tre elfi poterono fuggire nel bosco…E con loro anche le altre creature prigioniere nella casa…tutti liberi… tutto ciò che era tenuto prigioniero in quella casa tornò libero..

E finalmente i quattro elfi si riunirono, si abbracciarono felici   e tornano al villaggio a casa loro, dove li aspettava la regina degli elfi..

A questo punto i troll erano diventati esigenti…i troll volevano che la regina degli elfi mantenesse la promessa fatta..lei era una regina doveva essere di parola..

I tre giganteschi troll volevano tutto il miele fatto con il polline dei fiori durante l’estate..come promesso dagli elfi..

La regina seppur dispiaciuta, poichè  il suo popolo sarebbe rimasto senza cibo per tutto l’inverno ..ma aveva fatto una promessa e doveva essere onesta e così permise di trafugare tutto il miele contenuto nell’albero del sole, il miele fu regalato ai troll, che si misero subito a mangiarselo golosi.. in quanto il miele è molto dolce e nutriente..

La regina degli elfi per calmare il malumore degli altri elfi che avevano visto tutto quanto..  disse a tutto il suo popolo:

“Qualunque sacrificio è giusto.. se esso salva la vita di un elfo..la vita di ogni elfo è importante!”..e  così tutti gli elfi ..capendo l’imbarazzo di Alidifuco…donarono la loro parte di miele al loro amico..che calmò in questo modo la sua crisi di coscienza..

Ma Alidfuco ebbe un idea per aiutare per farsi perdonare dal suo popolo e disse:

“non temete..ho una idea…questo inverno ci nutriremo di neve, di castagne e di noci ..guardate sono cose molto buone..vedrete non ci mancherà il cibo quest’inverno” disse Alidifuco mangiandosi una castagna proprio in quel momento..”che buona!”

e fu così che quando arrivò l’inverno ..il popolo degli elfi..non patì la fame.. poiché si nutrì di neve..di noci e di castagne…alimenti che facilmente si trovano nel bosco in quella stagione…”non sono molto dolci queste cose…. ma nutrono ugualmente…. grazie Alidifuco per il tuo suggerimento ..” disse la regina degli elfi dei fiori..e tutti gli elfi si misero a raccogliere castagne e noci per tutto il bosco fatato..

fine

Autore: Egidio Zippone

Milano (Ottobre 2016)

Giudizio: interessante, fantasioso

voto (da 5 a 10): 9

FAVOLE DI EGIDIO: IL POPOLO VIVO MA INVISIBILE

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(racconto di tipo verde)FAVOLA DI EGIDIO PER RAGAZZI

IL POPOLO VIVO MA INVISIBILE

INTRODUZIONE. esistono forme di vita intelligenti ma invisibili sulla Terra, ugualmente forse create dal Signore del Bene, Gerardo riuscirà a scoprire questo mistero tramite una macchina elettronica di sua invenzione, ma…

INIZIO

Favola: Il popolo vivo ma invisibile

C’era una volta, oppure si potrebbe dire viveva qualche anno fa, ma probabilmente vive ancora adesso, ma solo nel mondo della fantasia, uno studente di un liceo scientifico ed abitante in un paesino della provincia di Bergamo.

Questo ragazzo di nome Gerardo, aveva un interesse scientifico molto forte per ciò che risultava invisibile all’occhio umano:

“Eppure esiste qualcosa di invisibile!” pensava Gerardo..”esiste qualcosa di etereo intorno a noi.”

Egli pensava che: “il Signore del Bene ha creato le creature visibili ma anche quelle invisibili….ed io in questo credo molto..di conseguenza secondo me esistono creature di energia intelligente..che vivono tra noi sulla Terra..però sono invisibili all’occhio umano”

“Voglio inventare una macchina..che permetta di vederli, di osservarli e di parlare a queste creature.” pensava il ragazzo.

“Studiando l’effetto della luce e dei colori dell’arcobaleno..riflessi da sensori a base di gas ionizzati…interposti a loro mediante doppie lenti e polarizzati elettronicamente..ci riuscirò!” diceva il ragazzo che si voleva scienziato da grande.

Il ragazzo si impegnò giorni e giorni ed anche mesi e finalmente ci riuscì!.

Dopo qualche mese infatti egli aveva inventato un congegno elettronico che permetteva di vedere l’invisibile..ciò che l’occhio umano non percepiva chiaramente ora poteva essere descritto vedendo attraverso il suo congegno.

Esso era come una macchina fotografica oppure mi spiego meglio era come una maschera da sommozzatore con installati obiettivi doppi pieni di gas inerte..che si metteva sul viso..e attraverso la loro trasparenza, si poteva vedere l’invisibile che ci circondava.

Il congegno dopo che si è messo davanti agli occhi e dopo aver schiacciato l’interruttore..permetteva di osservare tutto intorno la visione dell’ignoto…”eppure qualcosa di invisibile esiste ..se esiste lo vedrò!”. Affermò Gerardo tutto contento.

Ma occorreva un nome per il nuovo congegno… lo studente decise che avrebbe chiamato l’invenzione “MOM” (memoria oltre la mente)

Lo studente di nome Gerardo..adesso era pronto per perfezionare la sua macchina e si avviò nel bosco situato nelle vicinanze del paese si! proprio ai confini..per provare se funzionava..

“vediamo se nel bosco vivono creature invisibili!” diceva tra se e se mentre allegramente si avviava sul sentiero.

Nell’ombra del bosco..Gerardo si sistemò il congegno sul viso e come con una maschera da sub se lo legò dietro la nuca e osservando attraverso di essa, cercò di vedere oltre la realtà visibile…ciò che l’occhio umano non percepiva….

Così dopo ore di attesa.. Gerardo scopri in modo strabiliante…osservando tutto intorno ..che esistono in natura creature invisibili all’occhio nudo, poiché fatte di energia bio-ecto-plasmica..ma secondo lui comunque dal modo di muoversi e organizzarsi erano da considerare intelligenti anche loro…

Energia invisibile..tendente al colore verde..si una luce verde chiaro …essenza e vapore tipica della clorofilla che è un composto base delle piante..di cui essi si nutrivano e causava loro il colore verdino trasparente…erano molte quelle creature e il ragazzo cominciò ad osservarle con attenzione.

Gerardo riusciva a vederli questi esseri e decise di seguirli nel loro muoversi …erano rapidi e veloci..ma quando si fermavano essi potevano essere visti meglio e si poteva avvicinarli in quiete nel bosco..e seguendoli nel loro cammino sempre con la maschera sugli occhi …Gerardo arrivò in una città virtuale fatta di energia “quan”..come seppe dopo dialogando con loro… il “quan” era il loro costituente base.. il bosco era tutto abitato da questi esseri invisibili ma pieni di vita… che ora vi descrivo.

Essi apparivano a Gerardo come piccoli umanoidi intelligenti dotati di braccia e gambe e di una testa rotonda con una bocca..non erano molto alti..i più grossi avevano una altezza di circa cinquanta centimetri, ma la maggior parte erano più piccoli ed erano di circa dieci centimetri, erano leggermente più densi dell’aria, quindi molto leggeri, si potevano espandere ed al contrario diventare minuscoli. Sembravano parlare tra loro..ed avevano una forma di comunicazione semplice.. ma Gerardo non la percepiva ancora, non capiva ancora il loro modo di dialogare.

E fu così che Gerardo spazientito dal voler capire..tornò subito nel suo laboratorio situato nel garage e inventò tempo un giorno… un altro tipo di congegno ad onde magnetiche, fatto per sentire e capire cerebralmente i loro dialoghi e lo chiamò TRIM (trattamento idiomatico multiplo).

Dotato di MOM e di TRIM finalmente funzionanti..il nostro Gerardo si recò entusiasta di nuovo nel bosco sulla collina..ma sua madre preoccupata lo chiamò vedendolo andare via armato di strane attrezzature:

“Dove vai Gerardo a questa ora?” Chiese la madre dalla finestra

Doveva trovare una scusa al più presto..e su due piedi Gerardo rispose: “ vado a scuola per un corso di recupero, non mi aspettare..starò via tutto il giorno!”

Gerardo sapeva che un giorno si sarebbe pentito di aver preso in giro sua madre…ma a volte capitano cose che non si possono dire nemmeno ai propri genitori..sono cose troppo strane e si rischia di essere pensati scemi..

Gerardo alzò le spalle e il suo scrupolo fu subito dimenticato… poi camminando velocemente raggiunse il luogo dove era situata la città invisibile ed imparò..si egli imparò a comunicare telepaticamente e verbalmente con questi esseri ed a scoprire le seguenti cose da loro spiegate in telepatia..giorno dopo giorni egli imparò molto bene il loro linguaggio.

Gerardo impara dal popolo sun

Dovete sapere che la vita dei sun sulla Terra è derivata dopo tempo e con pazienza da piccoli organismi poco intelligenti mono-cellulari fatti di ecto-plasma..probabilmente secondo Gerardo forse creati dal Signore all’inizio del mondo…..

I “sun” (questo è il nome del popolo invisibile), i sun dicevo da piccoli esseri composti di energia infinitesima presente nell’aria che erano una volta …che loro chiamano “quan” ..essi dicevo si sono evoluti e ingranditi nutrendosi della energia del sole nei pressi delle piante, oltre che dall’energia dell’aria dovuta ai fulmini ed ai cationi causata dall’umidità presente nella aria vicino alle piante..esattamente sulla cima..essi si sono evoluti nutrendosi di questa energia e sono diventati individui intelligenti pensanti ..solamente sono invisibili..al parere di Gerardo il Signore del Bene creatore di tutte le cose visibili ed invisibili..ha deciso così per i sun..

Parlando con loro, Gerardo ha capito il loro nome essi si chiamano tra loro “sun” essi dicevano di tutti loro:

“noi siamo la popolazione degli individui “sun” ..siamo fatti di energia..e ci nutriamo di “quan”..piccoli organismi fatti di plasma ma poco intelligenti…infatti essi hanno un proverbio “il sun intelligente mangia quello più stupido e meno furbo chiamato quan ed è dovere del sun intelligente di mangiare tanti quan ”

Evidentemente erano diventati molto intelligenti poiché ce ne erano tanti…si erano moltiplicati: ”chi mangia tanto diventerà più grande e si rafforzerà!” si dicevano tra loro i sun.

“Fin da piccoli i sun erano evoluti e molto vitali” diceva a Gerardo il capo del popolo dei sun..che doveva essere molto longevo a giudicare dalla esperienza che dimostrava.

“nel tempo imparando dai nostri errori abbiamo capito come vivere in pace.. pur stando insieme..ci dividiamo i piccoli quan trovati, da buoni amici ce li dividiamo e andiamo quindi tutti d’accordo” confidò il capo dei sun al ragazzo.

“Io sono vostro amico”…spiegava loro Gerardo..”voglio solo conoscervi meglio per studiare come vivete e come siete organizzati!” spiegava Gerardo parlando ad alta voce inzialmente e poi continuando a comunicare in telepatia…

“Ma da quanto tempo vivete sulla Terra?” Chiese Gerardo in telepatia a quello che aveva individuato ormai come il capo dei sun e che gli stava davanti.

Loro gli spiegarono che essi esistevano da secoli ed erano divisi in maschi e femmine e si moltiplicavano in figli e li crescevano..

Il ragazzo capì che essi dandosi un semplice bacio univano tra loro la differente polarità energetica ..e dentro di loro subito si formava nel sun femmina adulto un piccolo sun affamato..

”semplice ed efficiente il nostro modo di riprodursi! Non ti pare?…Noi sun, non siamo complicati come la tua specie Gerardo, che sei una specie animale tipo scimmia umana”

“Noi i Sun… non ci facciamo la guerra come voi umani..infatti siamo generosi e molto amici tra noi!”.

Detto questo come a smentire le parole del capo dei sun..all’improvviso tutti cominciano a urlare spaventati..

”scappate!” dicevano tutti in linguaggio Sun..”sta arrivando il mostro nero..ci vuole mangiare!”

Fu così che Gerardo osservò con il suo congegno dove tutti indicavano impauriti e lo vide:

era una gigantesca forma ectno-plasmica mostruosa tendente al colore scuro…che avanzava dalla sua parte ondeggiando…e mentre avanzava muoveva quel che dovevano essere le sue braccia e arraffava i sun più lenti e se li mangiava…gnam gnam!

“Il mostro nero..attenti!” dicevano tutti” ci vuole mangiare tutti quanti, sta arrivando scappate!” si udiva gridare tutto intorno…

Tutti abbandonarono le loro case di energia e si nascosero nell’interno degli alberi..

ovunque in ogni direzione tutto un via vai di luci verdi..rapide e veloci..molti si nascondevano tra le foglie più alte degli alberi, altri tra le rocce sporgenti dal terreno.

“Aspettate! io voglio aiutarvi” disse Gerardo ad un tratto…”ma come posso fare?’..pensò il ragazzo.

Intanto il mostro nero si avvicinava e acchiappava i sun distratti più piccoli e deboli ed i loro quan e se li mangiava in un boccone…gnam-gnam! E poi continuava a inseguire tutti gli altri.

“Il mostro nero è fatto di energia ecto-palsmica negativa per questo è di colore scuro ..ma io vi posso aiutare!” disse lo studente

Gerardo prese dal suo zaino un congegno intuendo all’improvviso un modo..

”ecco! il mio carica batteria… lo sintonizzo sulla frequenza massima e lo orientò a polarità inversa collegandolo al mom…ora invece di attirare i raggi visivi e mostrarli a me, esso invece li assorbirà e li concentrerà e li spedirà in un punto ..proprio come se fosse un fucile laser…

Gerardo accese il mom..si senti il suo rumore e la vibrazione dello strumento e Gerardo lo imbracciò e puntò dalla parte del mostro..Gerardo non poteva più vederlo si era tolto la maschera-congegno..ma ugualmente tentò di intuire dove egli fosse situato.

Puntò lo strumento azionò l’interruttore e subito dal congegno mom unito al carica batteria, che prima assorbiva energia e la mostrava..ne uscì un raggio di energia a polarità inversa che colpì come un laser-plasmico il gigantesco mostro, che si fermò prima come stupito e poi si frantumò e si dissolse in piccole particelle di molecole nere… che si diffusero scomposte in ogni direzione…molecole nere che la brezza portò via rapidamente verso l’alto, verso il sole…e per molto tempo non si seppe più niente di lui.

I piccoli sun videro il potere di Gerardo..e presero fiducia e cominciarono a tornare piano piano all’aperto.

“Grazie!” disse il capo dei piccoli sun..”ci hai salvati”…

“Si! evviva! il nostro nemico se ne andato..l’umano ci ha salvati” dicevano tutti con un brusio di voci nella testa di Gerardo.

Tutti cominciarono a saltellare di gioia intorno al ragazzo che era per questo molto contento di se.

Gerardo prese dallo zaino ed aprì una tenda in terra proprio nel centro del bosco vicino al punto dove vivevano i sun…per studiarli e imparare il loro costumi e verificare la loro intelligenza invisibile

Decise per potere restare in quel luogo qualche giorno che a sua madre avrebbe raccontato una bugia, poi si procurò nel suo zaino dei panini e decise quindi di restare.

E così scoprì che essi, i sun , erano creature pacifiche e miti e molto amichevoli con chi era ritenuto un buono nel carattere.

Essi vivevano durante la notte nel vuoto degli alberi e si nutrivano dei quan prodotti dai raggi del sole con l’interagire dell’aria umida del mattino con le foglie..Gerardo provò ad assaggiare un “quan”..donatogli dal capo dei sun ..e disse “puah!” aveva lo stesso sapore mentale dello sciroppo per la tosse…pensò il ragazzo senza farsi capire da loro per non offendere i sun.

Eppure l’aria era molto piena di “quan” ad esempio dopo che era terminato un temporale, lampi e pioggia..alla fine di tutto ciò… in quel momento l’aria tutto intorno era piena di buona energia saporita..”buoni da mangiare davvero” diceva la figlia del capo..offrendo un quan con le sue mani a Gerardo..che rispose:” No! Grazie sono sazio” mentiva poichè in realtà erano più buoni i suoi panini…dovete sapere che Gerardo aveva sempre sul viso il congegno mom di sua invenzione…

E poteva studiare i sun con tranquillità…. essi erano composti di pura energia erano intelligenti ed evoluti..avevano nel loro corpo invisibile, anche un centro della intelligenza e un centro della sessualità..in punti differenti della loro forma ecto-plasmica il loro corpo era variamente denso, questo permetteva il comportamento ordinato del flusso di energia…questi punti importanti del loro corpo di energia, erano visibili guardandoli con attenzione..si accendevano e si spegnevano come piccole luci fosforescenti all’interno del loro corpo quando la energia li attraversava e loro compivano i movimenti necessari…

Gerardo stette con loro tre giorni..poi soddisfatto e imparato scoprì con dispiacere che i Sun ritenevano gli umani troppo litigiosi tra loro…e non volevano averci per niente a che fare…

Ma per Gerardo che gli aveva aiutati avevano fatto un eccezione e si erano confidati con lui.

Gerardo tornò in paese..e raccontò a sua madre di aver dormito da amici..ormai le bugie dette erano tante..e Gerardo capì che non era vero che esse fanno allungare il naso e accorciare le gambe a chi le dice..infatti il suo corpo umano era come prima…”sono bugie anche queste quindi, anche i genitori dicevano bugie a volte”…quindi non era ritenuto grave da lui…”a chi dice bugie si può raccontare frottole!”

Le invenzioni

Intanto nell’istituto in città..altri studenti brillanti inventavano congegni strani..era in corso infatti nella scuola una gara scientifica tra i giovani ricercatori..per vincere la borsa di studio di 200 mila euro messa in palio dagli imprenditori della città per la migliore invenzione iscritta al concorso cittadino.

E Gerardo aveva, geniale come era, il garage pieno di curiose invenzioni..era proprio un tipo creativo questo ragazzo…

Gerardo aveva deciso di mantenere il segreto del popolo sun quella era per lui una scoperta personale…aveva timore che la comunità di persone della sua città, li avrebbe perseguitati e sfruttati, gli innocui Sun non meritavano di essere usati a scopi di competitività… tipica delle intenzioni umane ..

Ora non era possibile disturbare la loro pace, poiché i sun erano invisibili agli occhi della gente, ma era possibile che questo nostro umano opportunismo egoista poteva in futuro creare problemi, infatti con il suo congegno elettronico i Sun erano a rischio, diventavano visibili e vulnerabili e con la scarica dissolvente tipo laser essi potevano essere resi in schiavitù…doveva decidere al riguardo..ma prima decise che doveva saperne di più su di loro…intanto non ne parlò ne con sua madre ne con gli amici…il ragazzo sapeva mantenere il segreto….

Tra coloro che invidiavano Gerardo c’era un ragazzo prepotente e ignorante e gretto di nome Beppe detto il “pancione”….

Egli non andava bene a scuola..era un somaro…ma siccome non voleva lavorare..aveva bisogno anche lui di vincere quel premio in denaro per continuare a restare in quella scuola.

“Chi non ha testa.. ha gambe!” gli dicevano i genitori e decise quindi non avendo “testa” di rubare e di appropriarsi di una delle invenzioni di Gerardo..studente modello che lui invidiava…e che spiava di nascosto.

Beppe chiamò i suoi amici per farsi aiutare..un gruppo di tre ragazzi bulli antipatici che non erano in grado di inventare e creare niente.. ma che avevano bisogno di soldi per pagarsi i loro vizi..e insieme a loro decise di rubare al più bravo della classe, il nostro Gerardo appunto era l’obbiettivo del furto, rubare una delle sue invenzioni..e di presentarsi al concorso con essa come se nulla fosse…se Gerardo non avrebbe accettato di collaborare con le buone..avrebbero usato con lui le maniere forti..lo avrebbero picchiato.

Il giorno della baruffa

Un giorno i quattro bulli, videro Gerardo uscire di casa..portando con se strani congegni elettronici..e lo seguirono.. era la occasione buona per derubarlo..per compiere la loro malvagia intenzione ai suoi danni…Gerardo aveva la sua invenzione con se ed era solo…ed ignaro fu seguito nel bosco da loro.

Essi avevano intenzione di seguire Gerardo ovunque, bisognava solo aspettare che Gerardo fosse da solo ed in un luogo isolato…

Notando che non c’era nessuno in giro..all’improvviso i quattro ragazzi si misero ad urlare spaventando Gerardo che inizio a correre con l’intenzione di fuggire, i quattro ragazzi cominciarono a rincorrerlo minacciosi per picchiarlo.

Gerardo era in pericolo…..erano in troppi..quattro contro uno e più grandi di lui.. infatti essi erano già ripetenti a scuola da più anni..e sembravano pure muscolosi.

“Fermati! dacci la tua invenzione con le buone e non ti faremo del male!”..urlavano i quattro malintenzionati al ragazzo …che però non si arrendeva e cominciò a correre per trovare un nascondiglio..

“nemmeno per un po’!” rispondeva Gerardo correndo.

Gerardo scappava a gambe levate..mentre quelli dietro lo inseguivano e lo minacciavano con brutte parole.

Ma Gerardo non era un bravo sportivo, in ginnastica non era un granchè e i malvagi ragazzi presero strada e lo raggiunsero in poco tempo.

Lo raggiunsero..e cominciarono a picchiarlo con calci e pugni..gli fecero lo sgambetto e Gerardo dovette cadere all’indietro e finì con le spalle in terra, picchiando il corpo sulle pietre che sporgevano dal terreno…e loro gli davano calci…

“Ci devi dare le tue invenzioni o ti picchiamo con questo!” e Beppe tirò fuori dalle sue tasche una catena di ferro di quelle che si usano di solito per legare la bicicletta ad un palo..e cominciò ad agitarla nell’aria per fare paura al ragazzo steso in terra…che chiuse gli occhi intimorito.

Gerardo era sanguinante dal labbro per i pugni..si stava arrendendo..aveva preso anche dei calci..e pensava di arrendersi e di consegnare loro il suo strumento elettronico.

Quando qualcosa tutto intorno stava per capitare.

Tutto intorno era un turbinare di luci verdi dalle forme poco visibili, come delle comete di energia molto rapide ma non pienamente nitide a vedersi…queste comete cominciarono a colpire i quattro bulli ed a roteare ovunque.. e tutte quante a turno colpivano il corpo e la testa dei quattro malvagi..

Erano i sun..i suoi amici invisibili..che si erano trasformati in sfere di energia per aiutarlo..infatti i sun avevano il potere di mutarsi in forme diverse diventando più densi..e lo stavano aiutando contro quei bulli malvagi..essi in forme sferoidali tipo sassi colpivano sul corpo i nemici del loro amico…che intanto era steso in terra dolorante.

“Ma cosa sono questi cosi che ci colpiscono?..Ahi! meteore piccole folgori..comete verdi con una scia luminosa..”ahi! fanno male..”dicevano i quattro bulli..proteggendosi con le mani il viso e gli occhi.

“ahi! che male, fanno proprio male!” disse uno di loro

Ad un tratto alcuni Sun diventati sfera decisero di entrare proprio in bocca al più grande dei quattro per creare problemi.

E questi cominciò a tossir a tossire..”augh augh coff coff …aiuto soffoco mi hanno preso la gola, cosa sono questi così!” chiedeva agli altri Beppe il pancione stupito e sofferente.

Ad un altro ragazzo-bullo..altri sun… prima uno e poi un altro invisibili ma pieni di energia neurale si misero furbescamente sugli occhi di uno dei ragazzi..come fette di pan carré gli chiusero la vista..al malintenzionato…

”aiuto! non ci vedo più che mi avete fatto” diceva il malcapitato

Ad un altro i Sun decisero di mettersi tra i capelli..

”Ahi! che mal di testa..mi fa male la testa..brucia e mi fa male!” disse ancora uno dei malvagi stringendosi con le mani la testa.

“Presto scappiamo..ci sono gli spiriti nel bosco e ce l’hanno con noi.. scappiamo… lasciamo l’imbranato qui da solo che se la prendano con lui!”…disse Beppe il pancione agli altri.

I quattro scapparono velocemente e spaventati decisero che non si sarebbero più avventurati nel centro del bosco..c’erano gli spiriti…ed erano cattivi..”mai più!” dicevano spaventati, dovete sapere che sono spaventati ancora adesso.

Gerardo si svegliò e sentiva che qualcosa di invisibile medicava il suo viso tumefatto e notò che la sue pelle ferita cominciava a guarire rapidamente e smetteva di far male..anche i dolori per aver subito i calci alla schiena stavano passando, qualcosa gli dava sollievo..i dolori erano sempre meno lancinanti.

Aveva capito finalmente ora ne era certo ..”ma che spiriti!…sono i miei amici sun!”

Infatti le creature ectno-plasmiche sapevano guarire le cellule nervose e rendere meno dolorose le ferite agli umani..in quanto la loro energia era guaritrice delle sensazioni nervose della cute..che sappiamo funzionano anch’esse con l’energia magnetica, ma del nostro cervello, che conduce dai nervi agli organi, portando le istruzioni occorrenti in forma di energia nervosa…tale energia nervina è molto simile a quella che da vita ai sun.

Gerardo..comprese tutte queste cose e finalmente guarito… si collegò al Mom (per fortuna non si era rotto) e ascoltando il Trim comunicò nuovamente con quel popolo invisibile.

Sentì i loro consigli e li ringraziò per l’aiuto, poi essi dissero:

“Caro amico Gerardo!”..disse il capo dei Sun…” non tornare più qui nel centro della bosco…il nostro popolo non è nemico degli umani, ma teme che la vostra cattiveria e la vostra irrequietezza ci danneggi la pace e ci coinvolga nelle vostre invidie e battaglie personali ..

noi Sun siamo pacifici e vogliamo continuare a vivere in pace e allevare i nostri figli in tutta tranquillità..tu ci hai salvati dal mostro nero..e noi ti abbiamo aiutato contro chi ti perseguitava..ora siamo pari…il nostro debito è pagato!.”

Il loro capo sun aggiunse: “Ma ora è importante che le creature visibili e quelle invisibili non vivano insieme..potrebbe essere pericoloso per la pace sul pianeta Terra!.”

Prometti di mantenere il segreto a costo di dire una bugia a chi ti è caro?

“Si ho capito non parlerò di nessuno di voi sun con altri”..disse Gerardo con serietà.

Gerardo sentì sulle guance una sensazione piacevole come di un bacio..e capì che era la figlia del capo dei sun che lo salutava così dolcemente…il suo profumo alla clorofilla era inconfondibile.

Gerardo rispondendo con il pensiero telepatico..li ringraziò tutti e promise loro solennemente di rispettare il segreto della loro esistenza..

I sun finalmente tranquillizzati lo lasciarono andare..ormai si fidavano di Gerardo..sembrava sincero quell’umano era considerato un bravo ragazzo da loro.

Finalmente a casa

Gerardo tornò a casa..nascose il congegno mom e il suo traduttore del dialogo trim e si disse che non li avrebbe più usati..li chiuse in un baule a chiave nel garage e se ne dimenticò.

Il giorno dopo Gerardo si presentò al concorso delle invenzioni che si organizzava nel suo istituto scolastico..con un nuova sua creazione molto strabiliante:

un robot cibernetico che imitava il vagito di un bambino e il suo comportamento infantile…che camminava sulle braccia e anche sulle gambe da solo e che diceva solamente due parole: “mamma e papà..ed era intelligente in modo simile ad un bambino”.

Gerardo convinse la giuria con la sua invenzione robotica e vinse il primo premio di ben 200 mila euro come miglior inventore dell’istituto scientifico della città di Bergamo.

Fu applaudito da tutta la giuria del concorso ed Gerardo ringraziò.

Il robot era infatti un esempio valido di interpretazione di intelligenza artificiale..tipo di intelligenza destinata a diventare molto utile in futuro all’umanità intera.

Gerardo ringraziò la giuria e incassò i soldi del premio..con i quali potè finanziare gli studi prima all’università di Milano e poi successivamente per uno stage all’estero…

Che ne fu dei quattro bulli?

Essi furono espulsi dall’istituto poiché non preparati abbastanza come studenti, quindi furono bocciati..pensate comunque contenti anche loro..poiché in seguito allo shock subito nel bosco essi andavano dicendo che nei dintorni di quel paese del bergamasco..c’erano gli spiriti maligni…ed erano felici di non abitare più vicino a quel bosco in quanto convinsero i genitori a trasferirsi con le loro famiglie in un altra regione..

Essi erano contenti di aver cambiato paese e anche i loro vicini ed i professori che li conoscevano bene erano più felici che loro finalmente cambiassero residenza ..quei ragazzi erano troppo irrequieti…ora sembravano pure impazziti..parlavano con ossessione di spiriti maligni..

Ma noi sappiamo che non era così, invece quei mascalzoni avevano incontrato il popolo invisibile dei sun..e che tale popolo pacifico, dovete sapere, intendeva essere gentile con i buoni ma anche cattivo con i malvagi…poichè quando ci vuole ci vuole…infatti con i cattivi a volte ci vogliono proprio le bastonate per convincerli a comportarsi ad obbedire ad una buona educazione..

Conclusione

Oggi il ragazzo inventore é diventato dottore in scienze.

Il dottor Gerardo è infatti assunto all’università di Milano nella cattedra di scienze elettroniche del paese delle favole, e compie il ruolo di ricercatore scientifico ..inventa e costruisce robot per progetti industriali e spaziali…”sappiate che i robot un giorno governeranno le astronavi e con essi l’uomo potrà volare nello spazio per molti anni…questo tipo di ricerca è quindi molto importante” diceva sempre molto convinto lo scienziato ai giornalisti per ottenere finanziamenti utili alle fondazioni scientifiche…

Il dottor Gerardo oggi è molto ricco e famoso…e come promise allora, non ha mai rilevato a nessuno il segreto che oltre la vita umana visibile, che tutti noi conosciamo, esistono anche sulle Terra e da secoli, forme di vita invisibili indipendenti e buone di indole…

Mai più Gerardo rivide e sentì i sun..

anche se ogni tanto stranamente Gerardo aveva l’impressione di sentire come un bacio gentile sulle guance..ed aveva qualche sospetto al riguardo..ma avendo deciso di non farci caso….aveva deciso di non preoccuparsi più dei sun..

Morale:

la conoscenza e la ricerca scientifica sono uno degli scopi della esistenza umana..svelare al nostro prossimo i misteri della creazione con quel che si è imparato nel tempo sui segreti dell’Universo …é cosa nobile e nostra buona intenzione e non offende la Sapienza..virtù che ha origine divina..

fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, Novembre 2008)

Giudizio: interessante, originale

Voto (da 5 a 10): 9

FAVOLE DI EGIDIO: IL DRAGO E LE GALLINE

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(racconto di tipo verde)

FAVOLE DI EGIDIO PER MAMME E BAMBINI

IL DRAGO E LE GALLINE

INTRODUZIONE: I draghi si sa, hanno sempre molta fame. Ma c’era un drago che soffriva di cattiva digestione, allora potranno gli animali stare tranquilli non li mangerà più? No! Poiché una strega che cura gli animali, ha inventato una magia per guarirlo..

INIZIO

Favola: il drago e le galline

C’era una volta, nel lontano medioevo, nel mondo delle favole,

un bosco dove abitava una strega vestita di nero e dai capelli neri di nome Morosina,

ella viveva nel bosco e si occupava di curare gli animali e di fare medicinali con le erbe…

Dovete sapere che viveva nel bosco anche un drago, che si distingueva dagli altri animali poiché aveva sempre molta fame, sempre molta fame, aveva un nome egli si chiamava Monbeppe..

Questo drago non volava, perché non aveva le ali, camminava e correva solamente, ma dalla sua bocca quando soffiava uscivano fiamme ardenti, quindi era pericoloso averci a che fare poiché era molto simile a qualunque drago, solo che Monbeppe molte volte soffriva di bruciori di stomaco a causa di una forma di allergia di cui era ammalato.

Il drago nero di nome Monbeppe aveva infatti un problema digestivo, era allergico a molti tipi di carni, non poteva mangiare qualunque tipo di carne, infatti se lo faceva, si riempiva di bollicine rosse su tutto il corpo e faceva indigestione, se per errore mangiava senza attenzione qualsiasi tipo di carne di animale oppure umana, gli faceva male la pancia, riusciva solamente a mangiare ed a digerire bene la carne di gallina..si! la carne bianca di gallina.

La strega Morosina voleva curarlo, poiché provava molta pena per la sorte di questo drago, che rischiava di morire di fame, poiché le galline selvatiche nel bosco stavano per finire.

Fu così che la strega del bosco, prima di partire per un lungo viaggio intorno al mondo, regalò al drago affamato un anello magico, un anello a forma di statuetta di gallina, era di vetro ed emetteva una luce verde fluorescente, la strega disse al drago:” con questo anello magico potrai trasformare tutti gli animali che vuoi in corpi di vera gallina e quindi tu sai che la carne di gallina è molto digeribile per te e così con questo espediente potrai mangiare tutto quello che vuoi, se solo prima l’avrai trasformato in una vera gallina”

dette queste parole la strega Morosina prese la sua scopa magica e se ne volò via per un lungo viaggio intorno al mondo…verso oriente verso le Indie..un Raja di quelle terre lontane l’aveva invitata nel suo palazzo…

Il drago nero restò solo con il suo problema, ci mise tempo ma capì la magia, e infilò il suo dito più piccolo della grossa mano di drago, proprio il mignolo, nel foro dell’anello a forma di gallina e disse guardando un cinghiale impaurito, illuminandolo con la luce verde dell’anello: “ trasformati in gallina!” ed il cinghiale per opera di una magia, si trasformò in una gallina…ed il drago gnam gnam…. subito se lo mangiò..

Fu così che il drago nero, che aveva sempre fame, si mise a cercare in giro per il bosco animali per saziarsi, poiché era da molto che non mangiava, e riuscì con il suo anello a trasformare tutti gli animali che incontrava in vere galline e poi se le mangiava, gnam..gnam..così poteva calmare la sua fame, per molti mesi il drago si comportò così, finchè nel bosco purtroppo non restò più nessun animale vivo per lui

E fu allora che il drago nero si interessò, a causa della molta fame che aveva, poiché le galline sono animali piccoli e non saziano, Monbeppe si interessò al villaggio degli uomini che si trovava poco distante, fuori dal bosco vicino al fiume, e lo attaccò con tutta la sua grinta di drago, poiché tanta era la fame da saziare che aveva in lui.

Raggiunse il villaggio, correndo e ruggendo e soffiando fiamme dalla bocca, correndo tra le capanne di legno, incendiò il villaggio e causò molto spavento in quel luogo, in poco tempo rese schiavi tutti gli abitanti del villaggio, sia umani che animali.

Di tutti quelli che si trovavano nel villaggio…pochi abitanti riuscirono a fuggire, tutti gli altri furono presi in ostaggio dal drago..

Fatto questo, gridando “ho vinto!”, il drago prese molti prigionieri e li mise tutti in un  recinto rinforzato, e disse:” ne mangerò uno di loro, a turno, ogni tanto!”.

Da quel giorno il drago Monbeppe, prendeva un abitante prigioniero a casaccio, lo metteva davanti a se, lo illuminava con il raggio di luce verde dell’anello magico che aveva al dito, e gli diceva con l’acqualina in bocca: ” trasformati in una gallina!”…fatto questo, ottenuta la magia, si mangiava il malcapitato trasformato in gallina, in un sol boccone..gnam gnam…

Dovete sapere che le galline sono piccole e per saziare un drago, bisogna mangiarne tante….gli abitanti erano molti, ma sarebbero terminati presto anche loro, la fame del drago era immensa, ma come tutti sanno nelle favole “chi troppo vuole, finirà che nulla otterrà”.

Venne infatti a sapere di questa ingiustizia che imperversava in quel villaggio, il cavaliere Nontemer detto anche Nontremar, i contadini di quella regione lo chiamavano così poichè quel cavaliere usava dire quando si trovava nelle osterie che la sua frase di forza era: “non temere e vedrai che non tremerai e non tremare così dimostrerai che non temi!” tutti lo pensavano quindi un eroe indiscusso e liberatore degli oppressi, combattente della tirannia e nemico di ogni abuso.

Il cavaliere affermò: “bisogna vincere il drago prima che esso si mangi l’intera umanità..ma come?

“Bisogna farlo comunque, questa ingiustizia deve terminare!” disse il cavaliere impietosito dalla sorte degli abitanti di quel villaggio.

“questo drago, a sentire i fuggiaschi, é forte e grintoso, soffia fuoco dalle fauci e poi ha infilato sul dito mignolo un anello magico dal potere tremendo!”.

Fu così che il cavaliere decise di chiedere aiuto ai maghi…dovevano smettere di aiutare quel drago goloso e malvagio, ed aiutare invece noi umani: “io si che lo merito l’aiuto della magia!” affermò il cavaliere.

I maghi si riunirono in un castello e decisero che era giunto il momento di porre termine alla magia della strega Morosina e diedero al cavaliere un oggetto magico per vincerla, un paio di pantaloni magici tenuti da una cintura anch’essa magica.

Il capo dei maghi disse al cavaliere Nontemer:” Oh Cavaliere! Quando il drago cercherà di trasformarti in una gallina con il suo anello magico, proprio in quel momento tu con un gesto rapido e deciso, alzati e riassettati i pantaloni, slacciando e riallacciando la cintura e subito con coraggio dichiara gridando:” sono un uomo!” e vedrai che la magia dell’anello non si realizzerà!”.

Fu così che il cavaliere Nontemer con molto coraggio, raggiunse il villaggio reso schiavo del drago, ed affrontò il drago con la sua lancia e la sua spada..proteggendosi dalle fiamme con un grande scudo.

Dopo aver molto combattuto, il drago ed il cavaliere erano alla pari, il drago nero pensò allora di trasformare quel cavaliere in una pacifica gallina illuminandolo con il suo anello, ma proprio un attimo prima che la luce sgorgata dalla anello illuminasse il cavaliere , questi si alzò all’improvviso i suoi pantaloni e disse urlando:”sono un uomo!”.

E con grande stupore del drago Monbeppe, a differenza degli altri umani, il corpo del cavaliere Nontemer detto Nontremar e vi ho già spiegato perchè lo chiamavano tutti così, non si tramutò in gallina come voleva il drago ma restò un uomo..

Il drago Monbeppe capì che aveva perso la complicità dei maghi, i maghi lo avevano tradito, forse a causa della sua golosità, un potere più grande del suo si era mostrato a lui, impaurito il drago vedendo poi le armi del cavaliere ferirlo decise di arrendersi.

Fu allora che il cavaliere Nontemer visto che il drago nero si era arreso, vedendolo quieto, tolse dalla mano unghiuta del drago il piccolo anello e se lo mise lui al dito e ordinò illuminando il drago:” Drago!… trasformati in una gallina! “ la luce verde dell’anello colpi il drago e questi si trasformò in una piccola gallina…ed il cavaliere prese la gallina con le mani, prima che essa potesse scappare e la mise in un pollaio, rendendola prigioniera.

Fatto questo il cavaliere liberò gli abitanti del villaggio e disse loro:” Siete liberi, non c’é più niente da temere, il drago è sconfitto!”

Tutti gli abitanti del villaggio urlarono: “viva il cavaliere Nontemer….. Viva il nostro liberatore!”.

Fu così che tutti vissero felici e contenti in quella regione, anche il drago visse felice, il drago ora viveva in forma di gallina, e dovete sapere che il drago trasformato in gallina ora trovava saporito cibarsi di insalata e di grano di mais e diceva mentre lo mangiava:”mi stupisco che sia così buono il mais, dovete sapere che digerisco molto bene questo tipo di cibo, meglio essere un vegetariano, resterò più in forma!”.

fine

autore: Egidio Zippone

(Milano, Luglio 2015)

Giudizio: interessante, originale, ironico

voto (da 5 a 10): 9

FAVOLA DI EGIDIO: L’ELISIR DELL’ETERNA VITA

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Liquid in laboratory bottles. Scientific biochemical laboratory. Colorful liquid. Isolated on white background, a group of bottles. Test tubes.

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A skull bottle and crystal glasses with a liquid, alcohol drink. Colored watery drink absinthe, curacao, cognac.

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(racconto di tipo verde)

tempo teorico dedicato per la lettura circa 30 minuti..

FAVOLA DI EGIDIO PER MAMME E BAMBINI

L’ELISIR DELL’ ETERNA VITA..

INTRODUZIONE: Il volere di un re che vuole sfidare le leggi della natura, porterà il re ad imparare che non si ottiene niente per niente, bisogna che prima egli elargisca favori a sua volta….

INIZIO

Favola: L’elisir dell’eterna vita

C’era una volta, nel mondo delle favole, un re che si chiamava Turibio,

egli viveva felice e contento delle sue ricchezze e del suo potere, ma nonostante il suo potere in Terra fosse notevole, egli non riusciva a smettere di invecchiare.

Un giorno il re, guardandosi allo specchio notò che la sua barba era diventata in parte bianca ed anche tra i suoi capelli neri, c’erano qualche capello bianco e così capì che stava invecchiando e si arrabbiò molto poiché non poteva impedirlo.

Fu così che il re chiamò l’artista di corte e gli disse:

“Tu scrittore e poeta! spiegami come devo fare per restare giovane e non invecchiare più?”

l’artista che era molto esperto dei segreti della vita.. gli rispose: “ io non ho questo potere, ma ho un libro di favole e di poesie in cui si parla di uno “gnomo dell’albero” che conoscerebbe il segreto dell’elisir della eterna vita!”

“Come faccio a incontrare questo gnomo di cui racconti?’ chiese il re.

“Fammi il favore di darmi una borsa di monete d’oro e io te lo dirò!” rispose l’artista..

E così fu, il re diede all’artista una borsa di monete d’oro e l’artista gli indicò il luogo dove nella foresta esisteva un albero cavo, al cui interno viveva lo gnomo che aveva quella conoscenza.

Il giorno dopo il re si mise in cammino per il bosco per raggiungere l’albero cavo e per chiedere un favore allo gnomo che ci abitava.

Il re cavalcò sul suo cavallo a lungo per la foresta e finalmente giunse nel luogo dove si trovava l’albero e giunto nei pressi dell’albero bussò più volte contro il tronco.

“Gnomo! dimmi come fare a restare giovane in eterno?!”

Apparve ai piedi dell’albero …lo gnomo dalla lunga barba, che gli disse.

“ come faccio io a fornirti l’elisir della eterna giovinezza, prima di saperlo, mi devi fare un favore anche tu!”

“Chiedi e lo farò!” Rispose il re.

Devi andare dalla fata Gelsomina che vive sulla collina e chiedere per me dieci acini di mirtillo viola e un pomo di melo grano fatato..

E così fu, il re giunse alla casa sulla collina e disse alla fata Gelsomina: “ Dammi il mirtillo e il pomo di melograno fatato che tu custodisci..

“Te li darò volentieri!” disse la fata “se prima mi farai un favore anche tu..”

“Dimmi oh! fata Gelsomina quello che vuoi ed io ti farò il favore che mi chiedi!”

“Vai dall’oste dell’osteria che sta alla fine della foresta e portami una bottiglia di vino rosolio…quello che mi piace..l’oste lo sa quale é il vino da me preferito… Ed io ti darò quello che chiedi!”

Il re andò dall’oste dell’osteria e chiese di avere una bottiglia di vino rosolio quello preferito dalla fata Gelsomina..

L’oste per tutta risposta disse:” te la darò la bottiglia di vino rosolio, se tu mi farai un favore anche a me..vai alla vigna magìca che sta dietro il colle e chiedi al padrone della vigna se ti da dieci grappoli di uva rossa….ma solo grappoli di uva matura mi raccomando.”

Il re andò alla vigna magica, vide il padrone della vigna e gli chiese.” padrone della vigna magica dammi dieci grappoli di uva rossa matura…

E il padrone della vigna magica rispose:

“Ti darò l’uva matura, se mi farai un favore a tua volta, mi devi chiedere alle nuvole del cielo di spostarsi e andare a stare più in là, in questo modo il sole scalderà e potrà illuminare la mia vigna molto di più e l’uva che vuoi maturerà prima e meglio, fallo tu per me…. perchè io non ho tempo!.”

“E per parlare alle nuvole come devo fare?” chiese il re.

Il padrone della vigna rispose: “Devi andare sulla cima del campanile del paese, giunto lassù lo farai urlando, urla forte e fatti sentire dalle nuvole del cielo!”

Il re andò in paese e salì i molti gradini delle lunghe scale del campanile, e salito sulla cima di esso, guardò verso il cielo e si mise a urlare per chiedere alle nuvole : “nuvole del cielo, per favore, spostatevi più in là verso la montagna, in questo modo il sole potrà scaldare e illuminare la vigna di un mio amico, e così l’uva rossa maturerà meglio!”

Risposero le nuvole dal cielo:”Devi sapere oh! umano! che spostarsi più in là verso la montagna, non é un grande sacrificio per noi!” e così le nuvole si spostarono da dove erano e si misero più in là verso la montagna ed il sole poté scaldare con più calore le piante della vigna magica…

Dopo qualche giorno che il sole ebbe scaldato maggiormente le piante della vigna magica, il re andò alla vigna per prendere i dieci grappoli di uva rossa matura, per portarli all’oste dell’osteria .

Fu così che ottenuti i dieci grappoli di uva matura dal padrone della vigna, ottenuto il vino rosolio dall’oste dell’osteria, ottenuto dalla fata Gelsomina gli acini di mirtillo ed il pomo di melograno fatato, fatte tutte queste cose, il re riuscì a portare finalmente allo gnomo dell’albero gli ingredienti magici, con i quali si poteva preparare l’elisir dell’eterna giovinezza.

Lo gnomo stando all’interno dell’albero cavo, aggiungendo altri ingredienti segreti che solo lui conosceva, preparò l’elisir richiesto e lo consegnò al re Turibio….ma volle in cambio una moneta di oro per lui, così come per principio, poichè non si fa niente per niente..

Il re pagò con la moneta d’oro, e ricevuto finalmente un flacone con dentro l’elisir che impediva l’invecchiamento, lo bevve tutto di un fiato, tanta era la sua paura di invecchiare….che ne bevve un sorso abbondante…

Dovete sapere che il re Turibio, come per miracolo, all’improvviso smise di invecchiare, come aveva sempre desiderato e potè vivere in eterno la sua vita..

Dovete sapere che il re vive ancora adesso, ma in luogo nascosto, dove nessuno lo conosce, si dice che abita in una casa piena di cose antiche, nemmeno io, che so tutto di ciò che accade nel mondo delle favole, posso sapere dove si trova questa casa…quindi non chiedetemelo perché proprio non lo so..

Morale:

Dovete sapere che per ottenere un favore, bisogna prima che facciamo favori a nostra volta e in questo modo vedrete… raggiungeremo l’obbiettivo desiderato…poichè nessuno è servo di un altro..e bisogna fare regali per avere il suo aiuto..

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano Settembre 2016)

Giudizio: interessante, istruttivo

voto (da 5 a 10): 9